Rimini | Chicchi nel ricordo degli amici e dei colleghi e avversari in politica
E’ scomparso uno dei protagonisti degli ultimi decenni riminesi. Luciano Chicchi non c’è più. Era da tempo malato. Un percorso, quello di Chicchi, personalità affermata sia professionalmente sia politicamente, che muovendo i primi passi negli anni Sessanta a capo dell’Azienda di soggiorno lo ha portato negli anni Settanta a guidare con successo l’Ente fiera di Rimini per poi approdare alla presidenza della Fiera di Bologna. Carriera coronata negli anni Novanta con la presidenza della Fondazione Cassa di risparmio di Rimini. Attualmente era presidente di UniRimini.
In politica è stato uno degli esponenti di spicco della Dc, di cui è stato segretario provinciale e mente pensante. In politica Chicchi è rimasto fino al momento in cui la Dc stessa ha cessato di esistere.
Sono in tanti a ricordarlo con affetto. “Con la scomparsa di Luciano Chicchi, Rimini ha perso uno dei suoi uomini migliori ed io ho perso un grande amico. Fino all’ultimo, nonostante la malattia, ha continuato, con dignità, coraggio, generosità e passione, a occuparsi del bene comune. Luciano lascia un vuoto incolmabile”, dice Mauro Gardenghi di Confartigianato.
“Rimini deve essere grata e riconoscente a Luciano Chicchi per quella sua illuminazione che appena venti anni fa pareva solo un azzardo. E’ stato protagonista non solo di quel capolavoro che è stata la crescita dell’Università a Rimini, ma dell’intera vicenda locale degli ultimi vent’anni in ruoli delicati e di altissima responsabilità, a cominciare dalla Fondazione Carim. E sia nell’armonia che nella differenza, perfino vivace o polemica, di vedute e opinioni, Chicchi ha sempre cercato di operare con il fine di ricercare la sintesi. Un metodo che per Luciano Chicchi, profondamente cattolico, era soprattutto merito”, è il ricordo del presidente della Provincia, Stefano Vitali.
“Con Luciano Chicchi se ne va una delle figure di riferimento della vita politica e sociale della città. Un uomo che nella sua vita ha sempre saputo intrecciare all’impegno la passione più vera, caratterizzando con la sua intelligenza e capacità il cammino dell’intera collettività cittadina. In questi anni molti sono stati i momenti d’incontro. Un confronto sul fare e sulle cose per la nostra città in cui, aldilà dell’identità di pensiero e della dialettica dei punti di vista anche vivace, non è mai mancato ne il rispetto ne un sentimento d’affetto sincero”, dice il sindaco di Rimini Andrea Gnassi.
“E'stato uno dei grandi protagonisti della vita riminese, cattolico militante e persona degna”, è quello che ha scritto Samuele Zerbini, consigliere comunale del Pd, sul suo diario di facebook.
“Sono profondamente addolorato per la scomparsa di Luciano Chicchi, che conoscevo da tanti anni e che ha saputo affermare e consolidare il ruolo del territorio riminese. È con un sentimento di sincero cordoglio che esprimo le più vive condoglianze alla moglie e alla famiglia tutta”, è infine, il messaggio del consigliere Regionale Roberto Piva.
Cordoglio anche dal segretario provinciale Emma Petitti e dal Partito democratico di Rimini. “Il suo impegno e il suo operato – sottolinea il segretario – hanno contribuito in maniera notevole a costruire la Rimini che oggi conosciamo. La città ha potuto cogliere in tutti questi anni i frutti del suo serio lavoro e della sua lungimiranza. Una personalità a tutto tondo, con cui non sono mancati momenti dialettici ma sempre improntati al massimo rispetto”.
“Vicini con tantissimo affetto alla carissima amica Annarosa e ai fratelli Giuseppe e Roberto” anche i amici vertici del Meeting per l’amicizia fra i popoli. “Con Luciano abbiamo condiviso decenni vivaci di intenso dibattito culturale che la nostra città ha vissuto. Ci ha insieme appassionato, pur nelle differenze di strade e di percorsi, il desiderio per la presenza dei cattolici nella società; insieme abbiamo condiviso la passione per la cultura. Di lui abbiamo sempre ammirato e stimato la lucidità nell’intravedere le prospettive e la pacata intelligenza nel perseguirle”, è il pensiero del presidente della Fondazione Emilia Guarnieri.